Guerra laconica

Guerra laconica
Situazione politica nella Grecia del 200 a.C., alla vigilia della seconda guerra macedonica
Data195 a.C.
LuogoLaconia e Argolide, Grecia
EsitoVittoria alleata
Modifiche territorialiArgo passa alla Lega achea, le città costali laconiche diventano indipendenti, sotto la protezione della Lega achea, come il Koinon dei Laconi Liberi
Schieramenti
Comandanti
Nabide,
Pitagora,
Dessagoride,
Gorgopa
Tito Quinzio Flaminino,
Eumene II,
Aristeneo
Effettivi
30.000[1]50.000 circa,[2]
88 navi
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La guerra laconica, chiamata anche Guerra contro Nabide, del 195 a.C. fu combattuta tra la città-stato di Sparta e una coalizione composta da Repubblica romana, Lega achea, Regno di Macedonia, Rodi e Regno di Pergamo.

Durante la seconda guerra macedonica (200-196 a.C.) la Macedonia aveva concesso a Sparta il controllo su Argo, un'importante città sulla costa egea del Peloponneso; la prosecuzione del controllo di Sparta su Argo fu usato dai Romani e dai loro alleati come casus belli. La coalizione anti-spartana assediò Argo, catturò la base navale spartana di Gytheio e presto investì e assediò Sparta stessa. Alla fine, le negoziazioni portarono alla pace secondo i termini romani, che prevedevano che Argo e le città costali di Laconia fossero liberate dal controllo spartano e gli Spartani fossero obbligati a pagare una indennità di guerra a Roma per i successivi otto anni. Argo entrò nella Lega achea e le città laconiche furono poste sotto protezione achea.

Come risultato della guerra, Sparta perse la propria posizione egemonica in Grecia: tutti i successivi tentativi spartani di recuperare le perdite fallirono e Nabide, ultimo re spartano effettivamente sovrano, fu alla fine assassinato. Poco dopo, Sparta fu obbligata a diventare membro della Lega achea, sua precedente rivale, ponendo fine a diversi secoli di fiera indipendenza.

  1. ^ Holleaux, p. 190.
  2. ^ Holleaux, p. 191.

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